Vecchie storie di campagna

Anche quest’anno, come tutti gli anni a settembre, è tempo di vendemmia. Ho a che fare con la vendemmia da quando sono bambino. Mio padre, per qualche ragione, mi pagava a cottimo quando ero bambino, probabilmente per scherzo. Una volta feci quaranta secchi. Mi pare mi desse 100 lire a secchio, vengono 4000 lire. Probabilmente mi sarà pure sembrato di essere stato ben retribuito. In seguito ho fatto altre vendemmie, credo che la prima volta che fui pagato normalmente avessi 15 anni. Non si potrebbe dire, credo, che facessi queste cose a 15 anni. Quindi sto scherzando. Comunque scaricavo i secchi principalmente, un lavoro bello duro, in salita col secchio sulle spalle. Ero in forma al tempo, lo vivevo come un allenamento. Se non ricordo male una volta con me c’era anche David, che se mi sta leggendo saluto. Se non erro anche lui la viveva nello stesso modo.

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Ricordo ancora quando da piccolo vendemmiavo con i vecchi del paese. Per loro la vendemmia era una festa, scherzavano tutto il tempo, e tiravano fuori racconti abbastanza assurdi. Una volta un vecchietto del sud, un tipo piccolo, pingue e simpatico iniziò un racconto con la frase “quando io era morto…”.Alché chiesi “Salvatore, ma che vuol dire ‘quando io era morto’?”.Insomma, dopo 10 minuti di domande riuscii a capire che una volta era stato in coma, e per lui “era morto”.Poi si mise a raccontare di un’altra volta che iniziò a piovere mentre stava zappando il granturco, e lui per non bagnare i vestiti se li tolse e continuò a zappare da nudo. Insomma, ne venivano fuori di storie.

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La produzione del 2024 sarà pronta tra qualche mese. Col punto vendita siamo abbastanza avanti, abbiamo già imbottigliato qualcosa da far assaggiare agli amici. I riscontri sono molto positivi.

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